...un Teatro alla ricerca del gioco, della gioia, della felicità terrestre.
Per noi fare del teatro vuol dire qualcosa di ben preciso: dare all'uomo la coscienza critica di una certa situazione. Non è facile però con i mezzi che abbiamo, programmare un lavoro perfettamente adeguato alle intenzioni. Ci sembra giusto per questo subito avvertire quanto c’è in noi di perplessa consapevolezza. Ma ciò non c’impedisce di tentare un esperimento che perlomeno si giustifichi con la scelta delle opere. “Viaggio nel Sud” - “In teatrino delle meraviglie” - “Omobono e gli incendiari”, sono appunto opere che indicano una scelta ideologica, documenti che non abbiamo prelevati a caso dalla banca degli interessi pubblici. Anche quando si tratta di testi che ci tramandano aspetti di un tempo passato, è per una visione più diretta del presente che intendiamo servircene. Ora il presente in cui si vive è pieno di grossolane mistificazioni e vorremmo capirne le ragioni.
A teatro non possiamo dimenticare la esistenza della fame in mezzo ad una ricchezza indiscriminata, i popoli in guerra, il neonazismo incombente, le democrazie poggiate su lotte bieche di potere, l’ipocrisia in veste politica. Se la cultura deve avere un senso non può lasciarsi fuori dalla scena tale situazione offensiva dell’uomo e della poesia che lo illumina. Teatro significa oggi tener conto di questa cultura diretta a fissare i momenti più inquietanti della nostra società.
Accanto all'attività teatrale, pensiamo inoltre di svolgerne un'altra: informativa e filologica, attraverso dibattiti e incontri capaci di stabilire un dialogo sul piano della ricerca disinteressata. E con questo ci rivolgiamo soprattutto ai giovani che del presente vorrebbero fare un uso migliore di quanto spesso non venga loro consentito dalla sordità dei tempi. Il nostro così mira ad essere un lavoro di giovani per un teatro in movimento, aldilà da ogni passiva compiacenza.
In una visione di rinnovamento interiore e collettivo ci sembra infine urgente occuparci anche di problemi architettonici e disegno industriale, affidando il compito delle proposte a tecnici ed estetologi di sicura competenza; come pure metteremo la nostra sala a disposizione degli artisti per mostre di pittura, scultura, architettura e poesia visiva. (Gennaio 1967)